mercoledì 28 dicembre 2011

E se privatizzassimo le ferrovie regionali?

So che il termine "privatizzare" crea sempre scompiglio e paura.
Paura che i prezzi del servizio aumentino e paura che si mettano a rischio dei posti di lavoro.
Arrivati allo stato attuale del trasporto ferroviario regionale e con Trenitalia sempre più indirizzata a curare le tratte più lunghe, non credo rimangano molte alternative.
Una prima soluzione potrebbe essere un consorzio tra regioni che punti ad essere una valida alternativa al trasporto gommato o integrato con esso grazie ad abbonamenti misti col trasporto urbano ed interurbano.
Il rischio però è di vedere nascere società di di diritto privato in mano pubblica che col tempo potrebbero riportare il tutto alla situazione attuale.
Una soluzione "dolce" potrebbe essere quella di "affittare" la gestione delle tratte regionali, le regioni si sgraverebbero dei costi di gestione liberando risorse per altri settori nevralgici (la salute, ad esempio) pretendendo in cambio un canone di locazione variabile progressivamente a seconda dei profitti del gestore.
La soluzione più dura è quella di vendere il tutto, tramite asta, a gestori che potrebbero investire su rinnovamento del parco mezzi, sul rilancio delle piccole stazioni (qui in Veneto il degrado di alcune stazioni è vergognoso) o puntando sulle tratte attuali per farle diventare una sorta di "metropolitana" con stazioni "leggere" e più treni in andata e ritorno dai grandi centri.

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