sabato 11 febbraio 2012

Donna, 48 anni, nazionalità ucraina

C'è chi li chiama "invisibili" altri, per darsi un tono, "clochard" altri ancora "senzatetto", pochi per paura di fare brutte figure politicamente scorrette "barboni".
Li vediamo tutti i giorni nei punti più diversi di una città, a volte cediamo alle loro richieste con qualche spicciolo, altre volte facciamo finta di nulla.
Sono le prime vittime del freddo di questi giorni, ogni giorno ne muore uno, aiutano a fare qualche titolo sui giornali.
Poi torneranno nell'oblio appena le temperature torneranno miti, è la stampa bellezza.
Mi ha colpito la morte di una donna ucraina di 48 anni, viveva in una tenda in un piccolo accampamento.
E' venuta dall'Ucraina qui da noi a cercare un po' di sollievo economico ed invece è morta di freddo una notte.
Forse faceva la badante e alla morte della persona assistita non ha trovato nessun altro da accudire in cambio di una paga e un letto.
Forse lavorava in una fabbrica che ha chiuso e non ha trovato altro o forse chissà che altro.
E' partita da casa per cercare fortuna ed è morta di freddo qui da noi e cosa resterà di lei?
Un nome, un cognome, un'età e la nazionalità scritte su un referto medico che ne accerta il decesso.
E alla fine di tutto questo non posso fare a meno di chiedermi: "E se capitasse a me?"

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