Si chiama come me, Gianni.
Si alza sempre prima di tutti, esce e va al bar, veramente non so se beva qualcosa o vada lì per fare due chiacchiere o giusto solo per salutare quelli che passano.
Negli anni ha visto il paese cambiare forma, gli amici del tresette mancare uno a uno e quelli rimasti ora escono di rado, qualcuno non può più farlo.
Il bar con i bicchieri di spuma, i bianchi, le tavole dedicate al tresette, al terziglio e alle briscole interminabili non c'è più.
Il corpo è invecchiato ma dentro è ancora un bambino, è sempre stato un bambino imprigionato nel corpo di un adulto e lui da bravo ragazzino a modo saluta tutti con un buongiorno e un sorriso.
Vederlo mi fa ripensare a un tempo che non c'è più ma bello da ricordare e mi piace che i ricordi arrivino da qualcuno che si chiama come me.
Gianni.