lunedì 30 aprile 2012

Una storia di crisi quando la crisi non c'era

Papà aveva una fabbrica di mobili che per anni è andata benissimo poi un giorno tutto quello che poteva andare storto è andato storto.
I primi cali del fatturato, le prime ore di cassa integrazione, l'inevitabile riduzione del personale eppoi il fallimento.
Alcune aziende si riprendono, altre no.
Quando Papà fu costretto a licenziare fece in modo che il periodo di inattività corrispondesse ai quindici giorni di ferie natalizie e grazie ad un'altra azienda della zona e all'accordo con i sindacati tutti tornarono a lavorare.
Papà con lo sguardo basso diceva "Sono un imprenditore, dovrei dare lavoro non licenziare".
Tra quei licenziati c'era anche il cognato di mio fratello, me lo ricordo come se fosse ora mio fratello piangere perché la moglie lo voleva lasciare per quell'episodio.
Io e mio fratello, per tanti motivi, non ci parliamo da tempo ma quando ripenso a lui che piange mi vengono ancora le lacrime nel ricordarlo così disperato.
Fu l'inizio della fine della mia famiglia, lentamente tutto quello che era stato si disintegrò.
Finché tutto va bene è facile andare d'amore e d'accordo poi finiscono i soldi e allora non funziona più niente.
E se la mia famiglia si è disintegrata pensate cosa hanno passato quelli che lavoravano per noi, per fortuna erano tutti bravi lavoratori e lavorare da mio padre era un titolo di merito, così per loro trovare un nuovo impiego non fu difficile.
Le loro famiglie non erano tenute insieme dai soldi come la mia, erano e sono famiglie più umili, più vere.
A volte la Domenica penso a quando casa nostra profumava di brodo con il quale mamma avrebbe cotto il risotto.
Penso a quando mangiavamo tutti insieme come una famiglia vera, qualcosa che in realtà forse non siamo mai stati.
Buon Primo Maggio.

43 anni, vergine? No, idiota.

Sono così idiota ma così idiota che al campionato del mondo degli idioti sarei capace di arrivare secondo.

domenica 29 aprile 2012

Francesca

La ragazza del treno si chiama Francesca.
Potrebbe diventare tante cose o forse niente.
Ad esempio domani io dovrei fare ponte e quindi alzarmi con comodo ma no io il treno vado a prenderlo lo stesso alle 7.30 perché magari c'è anche lei.
Perché i treni, certi treni, passano una volta e basta.
Buona settimana

sabato 28 aprile 2012

Gentile Ministro Severino...

Gentile Ministro Severino,
l'unico pericolo che corrono i lettori di questo blog è il vedere come scrivo male in italiano e anche la noia delle cose che racconto.
Cordialmente
john

giovedì 26 aprile 2012

La festa della Liberazione, il giorno dopo

Dopo i monumenti con corone e fiori, dopo i discorsi di circostanza, i cortei, le bandiere e i confaloni, cosa resta il giorno dopo?
A chi dice che il 25 Aprile sia qualcosa che non andrebbe più festeggiato perché il tempo passa e certe cose non hanno più ragione di esistere, rispondo che il 25 Aprile è  il motivo per cui qualcuno, a volte, può sparare delle stupidate assurde.
Oggi non ci sono più, almeno da noi, invasori in divisa ma ci sono altri invasori e sono simili a noi qausi irriconoscibili.
Si chiamano mafia, camorra, n'drangheta e si presentano in giacca e cravatta, col viso bello che ispira fiducia.
Si chiamano anche malaffare, disonestà, corruzione.
Nemici anche peggiori se volete perché  mimetizzati anche dentro quelle istituzioni che dovrebbero proteggerci o agire nel cosiddetto "interesse nazionale".
Questa è la nuova resistenza, la nuova liberazione da inseguire: cacciare il marcio che uccide il nostro paese.

mercoledì 25 aprile 2012

La città differente

Quando visito una città che non conosco ma anche quando torno in quelle gia visitate, cerco sempre di trovare un momento per un giro all'alba.
Mi piacciono gli odori e i suoni delle città che si svegliano, le strade vuote, l'odore dell'acqua che ha lavato strade e marciapiedi.
Le serrande che si alzano ed il rumore delle tazzine dentro i bar.
Le prime chiacchiere della giornata che riesci a sentire a distanza nelle piazze ancora vuote.
Una città differente senza il fiume umano che non ti permette di camminare come vuoi per le strade, che riesce a farti attraversare la strada senza dover badare più di tanto alle auto.
Forse potreste pensare che queste cose siano valide solo per le città più piccole ma non è così, sono cose che ho provato in tanti posti del mondo, le città al risveglio permettono di ascoltare e vedere cose completamente differenti.
Una città differente dentro la stessa città

Liberiamoci

Liberiamoci dalla paura del giorno che arriva
Liberiamoci dalla paura di non essere all'altezza
Liberiamoci dalla paura di prendere una decisione
Liberiamoci dalla paura di amare
Liberiamoci dalla paura di dire quello che pensiamo veramente
Liberiamoci dalla paura di piangere davanti a tutti
Liberiamoci dal voler nascondere le nostre debolezze
Liberiamoci dall'arroganza
Liberiamoci dalla volgarità
Liberiamoci dalla noia
Liberatevi di tutto quello che rovina la vostra vita.
Buon 25 Aprile.

lunedì 23 aprile 2012

La ragazza del treno

Ho conosciuto una ragazza in treno, andando al lavoro.
A questo punto chi ti ascolta o legge chiederebbe "E' bella?", di solito con un termine un po' più pesante.
No, non è bella ma a me piace, la sua semplicità, il suo sguardo e persino trovo irresistibile la sua sobrietà nel vestire.
No, gli uomini non si girerebbero a guardarla però ho capito di piacerle, se incrocio il suo sguardo lei abbassa gli occhi e così faccio io.
Porta sempre dei pantaloni blu che si fermano alla caviglia e dei mocassini, e quel tratto di pelle lasciato scoperto dal pantalone è sempre coperto da una calza in nylon, sempre di colore blu.
Nulla di incredibile eppure così irresistibile ai miei occhi, ci siamo parlati oggi dopo settimane di sguardi, la sua apparente timidezza è invece più riservatezza che cela una ragazza che non ha paura di fare il primo passo. Pensavo fosse un'insegnante invece scopro che lavora in un ente pubblico e che i libri e le dispense che legge in treno le servono per dei corsi di aggiornamento che frequenta.
A quel punto volevo dirle il mio nome ma non ho avuto il coraggio, forse perché so che la rivedrò ancora ma in realtà ho avuto paura.
Mi sono sentito inadeguato anzi quasi mediocre davanti a lei eppure continuo a pensarla e non vedo l'ora che sia domani per rivederla, sperando di avere il coraggio di sapere il suo nome.


sabato 21 aprile 2012

She is in fashion

Ho conosciuto Cinthya ad una festa, più o meno quasi venti anni fa.
La città Bologna, era un periodo spensierato. Studio, appartamenti di studenti, ragazze, locali e qualche festa.
La prima volta che le parlai eravamo in una cucina, l'appartamento era quello dove vivevo con altre sei persone.
Dovete sapere che Cinthya era di una bellezza incredibile ed infatti parlando mi disse di essere modella e che trovava a Bologna per una campagna di una non precisata azienda di abbigliamento.
Arrivava da Londra sarebbe stata a Bologna qualche giorno per le foto ed una sfilata organizzata appositamente.
Di solito quando parli con una bella ragazza avvengono diversi eventi, arriva l'amica brutta a rompere oppure il fidanzato che la cerca o ancora qualcuno che è stato messo al mondo giusto per venirti a rompere le balle mentre parli con una delle donne più belle mai viste fino a quel momento.
Non accadde nulla incredibilmente, nessuna rottura improvvisa, parlammo e basta e ci lasciammo con la promessa di rivederci il pomeriggio successivo, le avrei fatto visitare la chiesa di San Petronio e un po' il centro di Bologna perché non aveva ancora avuto modo di vedere nulla.
Io pensavo che mi avesse preso in giro e che non si sarebbe presentata ed invece cavolo venne e fu un pomeriggio fatto di chiacchiere, sorrisi e... sì la giornata finì come un ragazzo spera finisca con una bella ragazza.
Cinthya però non era solo una bella avventura ma era piacevole e nelle pause del suo lavoro ci vedemmo spesso, sapevamo sarebbe finito tutto lì.
"Just for fun" diceva con quel sorriso, mi sembra di vederla ancora oggi.
Lei , poi, mi fece un regalo speciale, mi invito alla sfilata, addirittura in prima fila.
Venni accolto come un vip, ogni volta che Citnthya sfilava sulla passerella mi guardava sorrideva e mi strizzava l'occhio.
Era bellissima.
Il giorno dopo l'accompagnai all'aeroporto parlammo pochissimo.
Quando fu il momento di imbarcarsi ci baciammo e mi disse solo una cosa:
"Diglielo a chi legge che ti sei inventato tutto!"
Ciao

venerdì 20 aprile 2012

John e il sesso. Fantasie non realizzate.

Le mie fantasie non realizzate sul sesso?
Per provocare un facile sorriso potrei dire fare sesso ma sarebbe scontato e forse nemmeno così divertente.
Io ho solo una fantasia non realizzata: fare la doccia con la mia ragazza.
Non sono mai riuscito a farlo con le mie ex, mai riuscito a convincerle a provare.
Forse il lavarsi è un momento troppo intimo da condividere eppure io mica glielo chiedevo per fare chissà cosa, solo mi sarebbe piaciuto provare, vedere a cosa avrebbe portato quel toccarsi, quello strofinarsi.
E sarebbe stato comunque intrigante anche se non avesse portato a nulla, mi intrigava e mi intriga l'idea di qualcosa che può accadere ma anche risolversi in niente.
A me piace pensare che sarebbe potuto essere qualcosa che avrebbe aumentato la complicità, un momento che non si dimentica più anche se poi le strade si separano.
C'è sempre qualcosa di diverso nello sguardo di una ex, anche se ti lasci male gli occhi sono sempre quelli di una donna che ha fatto l'amore con te.
E forse in quello sguardo differente ci avrei trovato anche una doccia fatta insieme.

mercoledì 11 aprile 2012

L'odore della pioggia

Quante volte fino a quel giorno aveva annusato l'odore della pioggia?
Sapete quel profumo che si sente appena dopo il cadere delle prime gocce, quello che invade la casa un attimo prima di correre a chiudere le finestre.
Quando capiva che di lì a pochi momenti sarebbe piovuto, amava mettersi alla finestra ed aspettare quell'odore che sapeva di tranquillità. In quegli attimi le passava sempre per la testa un unico pensiero, voler avere vicino qualcuno che amasse come lei quel profumo
Quando voleva, sapeva essere dolce ma amava presentarsi in maniera forte, forse perché tutte le volte che era stata arrendevole il destino si era preso gioco di lei.
Questo la rendeva attraente, oltre la sua bellezza, saper mascherare quella dolcezza.
Anche quella sera si rese conto che di lì a poco avrebbe piovuto e si avvicinò come sempre alla finestra.
Le gocce iniziarono a cadere e mentre l'odore della pioggia si faceva largo nella stanza sentì il suo ragazzo respirare più forte.
"Cosa hai?" chiese.
Lui sorrise e rispose "Annuso l'odore della pioggia"

lunedì 9 aprile 2012

Alla fine, mi chiedo, cosa ci hai guadagnato?

A volte penso a come è finita la nostra amicizia.
Ho sempre pensato che le cose tra noi in realtà, fino a quel momento, non fossero cambiate di una virgola.
Però tu ad un certo punto hai iniziato a vedere quello che ti era sempre piaciuto di me come sbagliato.
E sì io sbagliavo e ho continuato a sbagliare e siamo arrivati al punto che anche se facessi la cosa più giusta del mondo tu sei talmente prevenuta che sarebbe comunque sbagliata.
Sì comunque il mio modo di fare è sbagliato. sì è così, ho fattodegli errori, dei madornali errori nel cercare di riparare alle mancanze fatte.
Però sempre in buona fede e qualche volta solo per prenderti in giro, talmente sei esagerata nel vedere il male in ogni cosa fatta.
Alla fine mi chiedo poche e semplici cose.
Farmi passare davanti a molte persone per qualcosa che non sono, dipingermi negativamente, influenzare le opinioni di persone che nemmeno mi conoscono, a cosa è servito?
Cosa ci hai guadagnato?
Buona settimana.

domenica 8 aprile 2012

Le tue gambe piegate sul sedile

Te l'ho sempre detto, hai due gambe che mi fanno impazzire e tu non perdi occasione per ricordarmelo.
Il gioco tra noi di io che te lo dico e tu che  fai finta di nulla e mi rispondi "non è vero" ma con sulle labbra quel sorriso di compiacimento per il complimento ricevuto.
E in questo gioco tu ami fare gesti che non mi aspetto, semplici ma così carichi di sensualità.
Così in auto ti sei levata le scarpe e hai piegato le gambe sul sedile.
La luce dei lampioni si rifletteva sul nero delle tue calze disegnando nel buio per un attimo la foma delle gambe.
Tu non mi guardavi fingendo sonno e stanchezza, sicura che anche l'ennesima mossa nel nostro gioco fosse andata a segno.
Poi è bastato uno sguardo per capirci, senza dirci nulla, solo tu, io e le tue gambe piegate sul sedile.

sabato 7 aprile 2012

8

Sotto diverse piattaforme e con diversi nomi, io ho un blog da otto anni.
Tanta acqua sotto ai ponti.
Cambi di lavoro, la malattia di mamma, amori veri, presunti e falsi.
Musica.
Difficoltà.
Vita insomma.
A quelli ancora amici e a quelli che non lo sono più, dedico a loro questi otto anni.
Il primo post che scrissi terminava così: "Chi si ferma è il benvenuto"
Ed è ancora così.
Buona Pasqua

giovedì 5 aprile 2012

Quell'incredibile voglia di correre da te

Questa sera non volevo rimanere solo.
Questa sera volevo te.
Dentro solo quell'incredibile voglia di correre da te, di stringerti, di averti.
Dentro solo quell'incredibile voglia di non pensare alle conseguenze, solo di volersi lasciar andare senza pensare al dopo, solo voglia di te.
Voglia di sentire il tuo respiro su di me, la tua pelle sulla mia, la tua mano sulla mia bocca la tua lingua sulla mia, il tuo odore confuso col mio.
Questa sera non volevo restare solo e allora ho ceduto a quella voglia.
Quell'incredibile voglia di correre da te.

martedì 3 aprile 2012

Bettina, le origini. Un prequel.

Bettina è comparsa un giorno sotto l'ufficio dove lavoro, era enorme rispetto adesso, pensavamo fosse incinta e noi le davamo da mangiare più volte al giorno perché pensavamo ad un parto imminente.
Sbagliavamo.
Bettina aveva lo stomaco dilatato di quindici volte rispetto al normale e se non fosse stato per un mio collega non lo avremmo mai scoperto.
Il veterinario è riuscito a riportare lo stomaco alla sua dimensione normale e l'ha sterilizzata, era pronta per essere accolta a casa del mio collega ma Bettina ha la toxoplasmosi e per gravidanze future ha dovuto rinunciare.
Sarebbe stata la sua sistemazione ideale, in quella casa ci sono altri quattro gatti e tante scale sulle quali correre e giocare.
Che fare allora? Portarla al gattile?
Mi sono fatto avanti io e allora da oltre due mesi Bettina vive in un bilocale disordinato con un umano che non ha mai avuto un animale da accudire direttamente.
Quando l'ho portata a casa mentre guidavo continuavo a parlarle e lei buona un po' dormiva, un po' guardava intorno.
Subito era impaurita, non stavamo mai nella stessa stanza poi piano piano è diventata la regina della casa e al mattino la trovo spesso appoggiata alle mie gambe.
Quando esco per andare al lavoro viene a prendersi le ultime carezze così come quando torno alla sera vuole una razione completa di coccole.
Mi dispiace lasciarla sola per tanto tempo durante il giorno ma lavoro a cinquanta chilomteri da casa e non posso fare altrimenti.
Io non volevo animali in casa, non pensavo di essere all'altezza e invece è stata una delle scelte migliori mai fatte.

domenica 1 aprile 2012

Il giorno dopo aver fatto l'amore

Il giorno dopo aver fatto l'amore ti sei rivestita pensando io dormissi ma no, fingevo solo per poterti guardare nuda ancora una volta.
Sei andata a preparare la colazione e sei venuta a dirmi che era pronta svegliandomi con un bacio.
E' stata una bella giornata, mano nella mano per quasi tutto il tempo, parlando, ridendo, scherzando, baciandoci e io pensavo che alla fine mi sarei svegliato perché un giorno così era troppo bello per essere vero.
Invece era tutto vero ma la sveglia non ha tardato a suonare.
Mi hai fatto sedere sul divano, lo sguardo basso che preannuncia solo parole brutte parole brutte sono state.
"Mi sono sbagliata, ti voglio bene ma mi sono sbagliata"
Perché quando una donna ti dice "mi sono sbagliata" non è lei che si sente sbagliata, sei tu che ascolti quelle parole a sentirti "sbagliato".
Sbagliato in quello che fai, nel lavoro che fai, nella amicizie che hai, nei gusti, nella musica che ascolti.
Sei uno sbaglio, solo questo.
Allora sono tornato a svegliarmi da solo nella mia vita sbagliata.
Adesso mi svegliano i graffi di una gatta, molto meglio di un graffio detto a voce, basta un po' di disinfettante e passa tutto.
Buona Domenica