lunedì 30 gennaio 2012

Batte il tamburo lentamente (Febbraio)

Io non odio Febbraio, solo che per me è un mese inutile.
Cioè non ha nemmeno gli stessi giorni degli altri mesi, ogni quattro anni se ne aggiunge uno e porta pure rogna, dice la tradizione.
Cioè io non lo odio però a Febbraio prima è morto mio padre poi mamma, allora permettete che vedere scritto zero uno zero due sia un po' difficile.
Sì lo so a quasi quanrantatre anni dovrebbe essere chiaro che è nella natura delle cose che le persone ci lascino, dovrei essere comunque lieto di avere avuto i miei genitori per almeno un trentina d'anni.
Sì, dovrebbe.
Raccontatelo a qualcun altro.
Perché batte il tamburo lentamente?
E' il titolo di un film degli anni 70, parla di amicizia e di morte e a me il tamburo che batte lento mi fa tornare alla mente che Febbraio è un mese triste nei ricordi.
Il tamburo dei ricordi batte lentamente e ogni anno mette un po' di spazio in più tra quel dolore e la mia vita eppure per quanti anni ci siano tra oggi e quei giorni tristi, il dolore è sempre lo stesso.

sabato 28 gennaio 2012

Buona compagnia

Quando morì Ugo Tognazzi, Enzo Biagi scrisse un ricordo brevissimo dell'attore.
Nessuna iperbole solo una semplice frase "Ci ha tenuto buona compagnia".
Ci si chiede spesso se esistano ancora brave persone, se esistono persone delle quali poterci fidare.
Ci sono ancora per fortuna ma anche loro, purtroppo, ci lasciano.
Oggi ho salutato per l'ultima volta Pasquale, ho passato con lui poco tempo ma mi ha sempre colpito quel suo sorriso sul viso nonostante tutto, sempre una parola buona per tutti, sempre pronto alla battuta e allo stare gioiosamente insieme.
E così facendo ha conquistato il rispetto, l'amicizia di tanti e la gratitudine dei suoi cari per i quali ha lavorato duramente ogni giorno della sua vita.
Ciao Pasquale, ci hai tenuto buona compagnia.

sabato 21 gennaio 2012

In fondo io volevo...

In fondo io volevo solo camminare con te per le vie di una città che conosco da sempre.
Non avrei nemmeno tentato di darti un bacio di benvenuto sulla guancia e, credimi, mi sarebbe costato tanta fatica.
In fondo a me bastava solo che tu fossi lì come ho sempre sperato mica perché chissà cosa ma solo perché è bello che le giornate siano differenti.
In fondo volevo solo guardati mentre camminavamo e pensare, come faccio sempre, che certe cose per quanto semplici a volte sembrano incredibili quando diventano realtà.
In fondo volevo mostrarti la città dall'alto e regalarmi una foto di te che sorridi e lasciarmi prendere dalla malinconia e nostalgia di un giorno bello che finisce in un saluto prima che il treno parta.
E io,in fondo, in un giorno così ci spero ancora.

domenica 15 gennaio 2012

Sherlock

Non è un post di critica alla serie televisiva ma una riflessione su come il mondo vede Holmes e come lo vede invece Watson.
Il mondo rifiuta Holmes, qualcuno lo definisce "psicopatico" invitando Watson a stargli lontano.
Watson invece è incredulo davanti alle capacità di Holmes di ricostruire il vissuto di una persona da pochi particolari.
Se per tutti Holmes è, come Sherlock stesso dice, "un pezzo di..." perché dice senza mezzi termini quello che vede e intuisce di una persona, per Watson invece Holmes è "incredibile".
Non ha paura delle verità di Holmes, fatica a comprendere come possa sapere certe cose ma non fugge, tenta di conoscerlo, di comprenderlo.
La sincera e intelligente bizzarria di Holmes è qualcosa che va oltre i giudizi indispettiti di chi giudica Sherlock, persone così ingessate dalle abitudini e dall'ipocrisia da non capire la verità che si cela davanti ai loro occhi.
Sherlock rompe le regole, le ribalta, fa cambiare il punto di vista sulle cose ed è questo che spaventa le persone che incontra.
Perdere le proprie certezze, abbandonare il conformismo, dare una possibilità anche alle ipotesi più strane, è da questo che fuggono in realtà le persone non da Sherlock.
Watson decide invece di non fuggire e la possibilità che dà ad Holmes è soprattutto una possibilità che il dottore concede alla propria vita ed alla vita in generale capendo che un differente punto di vista può ridargli un ruolo in un mondo nel quale, da reduce di guerra, stenta a ritrovarsi.

Nebbia e ghiaccio

La nebbia è un freddo cattivo, non ti fa vedere le cose, nasconde il sole e l'umidità che porta riesce a rinchiuderti in casa.
Il ghiaccio invece è un freddo sincero, pericoloso quanto la nebbia ma sincero.
Non toglie il sole dalle giornate, non ti nega tramonti ed albe talvolta incredibili, soprattutto lo sopporti di più perché una bella giornata benché ghiacciata di sole, riesce a farti uscire di casa.
Il ghiaccio è solo una pellicola che piano piano si leverà, la nebbia no si aggrappa alla pelle, ai vestiti a volte nemmeno il sole riesce a toglierla.
Invece il ghiaccio pian piano si leva e non toglie mai la speranza di un giorno più caldo.

venerdì 6 gennaio 2012

La donna "Filini"

Nella ricerca dell'altra metà del cielo tutti, non fate finta di nulla, incappiamo nella donna "Filini".
L'organizzatrice di serate "Così siamo una bella compagnia!".
Il suo credo "Più siamo, più ci divertiamo" mostra drammatiche crepe al momento dell'incontro degli invitati, quando l'orario di incontro si dilata a dismisura in quanto non tutti sono puntuali.
Perciò passi dalle due alle tre ore ad aspettare tutti in punto convenuto.
Una volta che il "gruppone" si è finalmente riunito scatta un'altra inquietante situazione: la scelta del luogo ove andare a posare le terga, bere qualcosa e fare "conoscenza".
Essendo presenti un numero variabile di persone dalle quindici in su le proposte di luoghi fioccano copiose, alcune aggradano i più, altre scontentano e la fase decisionale porta via del tempo prezioso.
Naturalmente non si troverà mai un luogo capace di ospitarti e perciò dopo lungo girovagare la grande carovana dell'amicizia si saluterà.
Alla donna "Filini" la felice o infelice riuscita della serata è per lei un dato insignificante in quanto non avendo ella nulla da fare durante il giorno (leggasi un cazzo da fare) non le rimane altro che organizzare oceanici raduni tramite sms.
Riempita così la sua vuota giornata, poco importa se la gente si è conosciuta veramente, poco importa se le persona hanno aspettato ore altre persone.
L'importante è che ella sia dipinta come "l'organizzatrice" come quella che "se non ci fosse lei come sarebbero vuote le nostre giornate".
Grazie "Donna Filini" di esistere, grazie per non aver mai combinato nulla grazie a te.


domenica 1 gennaio 2012

Non c'è un titolo per questo post

Ho appena letto questo post, struggente, bellissimo e così d'improvviso mi sono ricordato di come spingevo la sedia a rotelle di mamma su una piattaforma costruita appositamente per salire le scale d'entrata del palazzo dove abitavo con lei.
A volte la gente si fermava a guardare quella scena e rimanevano lì finché la porta dell'ascensore non si chiudeva, chissà perché tutti dicono di avere fretta ma poi per certe cose magicamente tutti trovano tempo per guardare una persona che soffre.
Non c'è un vero motivo per il quale scrivo questo post, solo che leggendo di quel cagnolino che voleva essere aiutato per salire le scale mi sono ricordato di mia madre che mi guardava con lo stesso bisogno di aiuto.
Una volta scrivevo cose differenti, scrivevo anche meglio, scrivevo con più entusiasmo, facevo tante cose con più entusiasmo.
Poi... poi basta così sennò magari qualcuno pensa che lo faccio solo per attirare la benevolenza altrui (ci sarebbe un latinismo da scrivere ma sono ignorante) e a volte scrivere dei propri sentimenti non fa piacere a chi legge.
Si rischia di passare per falsi ed ipocriti.
Buona settimana