Volevo scrivere qualcosa ma non ci riesco.
Veramente non ci riesco, mi metto davanti alla tastiera e niente, nemmeno una parola manco un pensiero compiuto.
Zero assoluto.
Un bel problema se vuoi scrivere qualcosa ma soprattutto non riesco a capire perché non riesca a farlo.
Perché non c'è cosa peggiore di voler scrivere e non riuscire a farlo.
Sì lo so che c'è di peggio ma voler scrivere e non riuscire a farlo è brutto.
Mettetevi nei mie panni, cercate di capire la fatica di chi ama scrivere e non riesce a farlo, forse solo così comprenderete il mio struggimento.
In buona sostanza è da un'ora che vorrei scrivere una cosa e non ci riesco e dire che oggi avevo tutto in testa.
Tutto lineare, inizio, sviluppo della storia e finale.
Tutto scomparso, tutto!
Cosa volete che vi dica, volevo scrivere una cosa e non ci riesco.
Brutta storia, magari una sera scrivo qualcosa proprio su questo.
mercoledì 26 settembre 2012
mercoledì 5 settembre 2012
L'altro dolore
C'è un dolore ancora più forte in chi muore a causa di una malattia, quello di non essere più la persona che si era.
Non essere più capaci di fare le cose che si sono sempre fatte senza difficoltà, non essere più in grado di scalare quel muro che diventa la malattia.
Eppoi c'è il loro sguardo, provano come vergogna di non essere più la persona che hai sempre conosciuto, ti guardano imploranti come a dire "mi ami lo stesso, anche se sono così, verò?"
E non capisci perché te lo chiedano, perché non li hai amati per le camicie stirate bene ogni giorno, per il letto rifatto ogni giorno e le lenzuola fresche ogni settimana.
Li ami perché ci sono, perché apri la porta di casa e li trovi ad aspettarti.
Non importa di tutto il resto resto ma loro si sentono in colpa di non poter essere più quelle persone e per quanto tu gli faccia capire che non devono pensarlo, tengono lo sguardo basso, si sentono colpevoli comunque.
Questo è l'altro grande dolore che ho conosciuto in chi muore a causa di una lunga malattia.
Non essere più capaci di fare le cose che si sono sempre fatte senza difficoltà, non essere più in grado di scalare quel muro che diventa la malattia.
Eppoi c'è il loro sguardo, provano come vergogna di non essere più la persona che hai sempre conosciuto, ti guardano imploranti come a dire "mi ami lo stesso, anche se sono così, verò?"
E non capisci perché te lo chiedano, perché non li hai amati per le camicie stirate bene ogni giorno, per il letto rifatto ogni giorno e le lenzuola fresche ogni settimana.
Li ami perché ci sono, perché apri la porta di casa e li trovi ad aspettarti.
Non importa di tutto il resto resto ma loro si sentono in colpa di non poter essere più quelle persone e per quanto tu gli faccia capire che non devono pensarlo, tengono lo sguardo basso, si sentono colpevoli comunque.
Questo è l'altro grande dolore che ho conosciuto in chi muore a causa di una lunga malattia.
Iscriviti a:
Post (Atom)