domenica 21 aprile 2013

Il Partito Democratico come Ivan Lendl a Wimbledon

Ivan Lendl e il torneo di Wimbledon, un amore mai sbocciato.
Ivan Lendl era forte, non so per quanto tempo sia stato numero uno delle classifiche mondiali di tennis, solo che l'erba di Wimbledon gli era indigesta.
Così, nonostante tutti gli sforzi, anche quando gli riusciva a fatica di arrivare in finale c'era sempre qualcuno più forte di lui.
Magari gli stessi che in qualsiasi altro torneo, su qualsiasi altra superfice avrebbe battuto con molti meno problemi.
Il Partito Democratico assomiglia molto alla carriera di questo tennista, forte ma mai forte abbastanza in quello che desiderava veramente vincere.
Così se metti il PD a competere per le elezioni comunali, provinciali e regionali in ogni dove, non partirà mai veramente sconfitto.
Sono le politiche il punto debole, lì affiorano tutti i limiti, le paure e perché no, l'incapacità dei dirigenti.
E non è che gli avversari siano differenti e nemmeno gli elettori, manca quel qualcosa in più che gli altri tirano sempre fuori al momento giusto.
C'è chi pensa sia meglio essere così piuttosto che fare come quelli che vincono, in politica però conta chi vince e governa e in politica, per dirla (mandando un po' in vacca il momento drammatico che viviamo) come il padre di Indiana Jones "non c'è la medaglia d'argento per chi arriva secondo".
Buona settimana

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