C'è chi li chiama "invisibili" altri, per darsi un tono, "clochard" altri ancora "senzatetto", pochi per paura di fare brutte figure politicamente scorrette "barboni".
Li vediamo tutti i giorni nei punti più diversi di una città, a volte cediamo alle loro richieste con qualche spicciolo, altre volte facciamo finta di nulla.
Sono le prime vittime del freddo di questi giorni, ogni giorno ne muore uno, aiutano a fare qualche titolo sui giornali.
Poi torneranno nell'oblio appena le temperature torneranno miti, è la stampa bellezza.
Mi ha colpito la morte di una donna ucraina di 48 anni, viveva in una tenda in un piccolo accampamento.
E' venuta dall'Ucraina qui da noi a cercare un po' di sollievo economico ed invece è morta di freddo una notte.
Forse faceva la badante e alla morte della persona assistita non ha trovato nessun altro da accudire in cambio di una paga e un letto.
Forse lavorava in una fabbrica che ha chiuso e non ha trovato altro o forse chissà che altro.
E' partita da casa per cercare fortuna ed è morta di freddo qui da noi e cosa resterà di lei?
Un nome, un cognome, un'età e la nazionalità scritte su un referto medico che ne accerta il decesso.
E alla fine di tutto questo non posso fare a meno di chiedermi: "E se capitasse a me?"
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