Ci sono due posti di lavoro che hanno la stessa importanza in Italia: la presidenza del consiglio dei ministri e il commissario tecnico della nazionale maschile di calcio italiana.
(As usual: sono ironico, sto scherzando)
Il primo ruolo esce da un processo complicato: crisi di governo, scioglimento delle camere, elezioni, consultazioni e poi il presidente della repubblica chiama a ricoprire la mansione il nome indicato durate le consultazioni.
L'iter per il ruolo di c.t. è più snello: risultati deludenti, crocefissione in sala mensa, presidente della federcalcio ringrazia per il lavoro svolto e nomina quello che gli sembra il più meglio (lo so che non si scrive o si dice, lo so) allenatore disponibile o che rappresenta il miglior rapporto qualità prezzo.
Nessuna elezione popolare.
Rimane la possibilità sui social, nei podcast, sui blog, nei bar e nelle chiacchiere tra amici di dire la propria sfoderando conoscenze che nemmeno Vittorio Pozzo aveva.
Questo post potrebbe non sfuggire a questa logica, tuttavia sabato al posto di vedere Macedonia del Nord - Italia sono andato altrove.
Perché? C'è tutto l'autunno, l'inverno, la primavera e uno scorcio di estate per parlare di calcio.
Tifosi che amate, odiate o siete tiepidi con la Nazionale maschile di calcio, prima di lapidare Spalletti dopo una partita, vi lascio con i dati su due esordi sulla panchina azzurra.
Enzo Beazot divenne c.t. unico dell'Italia dopo aver fallito in coabitazione con Fulvio Bernardini, la qualificazione agli Europei del 1976.
Esordì nel 1977 con una sconfitta contro la Germania Ovest in amichevole per 2-1.
Marcello Lippi esordì contro L'Islanda nel 2004 perdendo 2-0.
Entrambi hanno vinto come c.t. il campionato del mondo.
Altri hanno raggiunto la finale, ora non so Luciano Spalletti quali risultati raggiungerà però aspettiamo perché a volte la pazienza premia.
Buona settimana
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