Sono nato e cresciuto in un mondo nel quale Nicola Pietrangeli, Enzo Bearzot, Sandro Gamba, Mario Cotelli e Alfredo Martini erano i carismatici commissari tecnici delle nazionali dello sport di riferimento.
Nessuno diceva no alla nazionale.
Ebbene vi devo dire una cosa: quel mondo non esiste più. Purtroppo o per fortuna non lo so, comunque non c'è più.
Per esempio Sinner è criticato per avere la residenza a Montecarlo e non pagare le tasse in Italia e poi per avere, in questi giorni, rinunciato alla convocazione in nazionale per la Coppa Davis.
Anche a me, nel mio mondo ideale, vorrei che Sinner fosse il ragazzo per bene della porta accanto, simbolo dello suo sport e che paga le tasse in Italia.
Sinner però non è questo, è un ottimo giocatore di tennis con i suoi pregi e difetti ed è un professionista, cioè fa del suo sport la sua professione.
Brutalmente è un conto profitti e perdite che gioca a tennis, e deve produrre utili e se il suo staff ha deciso che gli utili arrivano dalla scelta del regime fiscale più favorevole dal giocare tornei che pagano premi più interessanti della Coppa Davis, giocherà il torneo più remunerativo.
Questo non vuol dire che io sia d'accordo con questo situazione ma ben sei giocatori nella top ten maschile di tennis hanno la residenza a Montecarlo e chissà quanti altri sportivi.
Lo sport è meno romantico, non mi fa piacere, ma occorre ragionare così ormai.
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