Contiamo morti e feriti, calcoliamo i danni, come al solito c'è chi ama il palcoscenico a tutti i costi e non esita a farsi un po' di pubblicità sulle spalle dei morti, merce rara il rispetto per chi senza una telecamere ed un microfono è il nulla.
Bei tempi quando la mia maestra delle elementari spiegava che la pianura padana è come un gigantesco cuscino che attutisce le scosse di terremoto, bei tempi.
Non è più così forse non lo è mai stato, ora a quaranta chilometri in linea d'aria da casa mia ci sono migliaia di sfollati, macerie ma soprattutto morti e feriti.
Passeggio per le vie del paese, alla fine della via principale ecco la campagna, i campi, quella pianura che pensavo amica e non lo è più.
Meglio non pensarci, meglio non immaginare il campo di calcio vicino casa pieno di tende, meglio non pensare al fatto che quelle scosse si avvicinano, no meglio di no.
Così mi lascio affascinare dal tramonto sui campi coltivati cullando un'illusione di tranquillità dopo la tempesta.
O prima di essa?
giovedì 31 maggio 2012
venerdì 18 maggio 2012
La bellezza sconosciuta
Questa sera ho incrociato, tornando dal lavoro, una ragazza cieca.
Camminava lenta col suo bastone ma sicura, senza incertezze ma la cosa che più mi ha colpito è la sua bellezza, semplice, acqua e sapone ma bella.
Ho pensato a questo scherzo del destino di essere bella, più bella di tante altre ragazze e non saperlo o esserne a conoscenza solo perché altri te lo hanno detto, senza poter essere certi che quelle parole complimentose siano vere.
Chissà ogni giorno quanti sguardi su di lei, mi chiedo se i sensi dei non vedenti si acuiscano così tanto da avvertire queste attenzioni.
E' stato strano, quasi irreale, guardare quella ragazza così bella, bella di una bellezza a lei sconosciuta.
Camminava lenta col suo bastone ma sicura, senza incertezze ma la cosa che più mi ha colpito è la sua bellezza, semplice, acqua e sapone ma bella.
Ho pensato a questo scherzo del destino di essere bella, più bella di tante altre ragazze e non saperlo o esserne a conoscenza solo perché altri te lo hanno detto, senza poter essere certi che quelle parole complimentose siano vere.
Chissà ogni giorno quanti sguardi su di lei, mi chiedo se i sensi dei non vedenti si acuiscano così tanto da avvertire queste attenzioni.
E' stato strano, quasi irreale, guardare quella ragazza così bella, bella di una bellezza a lei sconosciuta.
mercoledì 16 maggio 2012
Amazing Grace
Ennesimo post su mamma.
Quindi se l'argomento vi ha stufato passate oltre ma io ho voglia di scrivere e soprattutto di scrivere di lei.
Quando c'è stato il funerale ho chiesto che alla fine, in chiesa, suonassero "Amazing Grace", mi hanno guardato come uno scemo.
Ho spiegato loro cosa fosse ma niente da fare.
Chi ama Star Trek, come me, avrà gia capito perché volessi salutarla così, volevo fosse come dire addio a Spock.
Mamma, come emozioni, era proprio all'opposto di Spock però la sua malattia ci ha molto avvicinati e lei si è resa conto che quel figlio non era poi così male come a volte so che ha pensato.
Così volevo dirle ciao con una passione tutta mia ora, per ringraziarla di avermi capito meglio, per la dignità che ha avuto nella sua sofferenza ma anche perché spero che da qualche parte nell'universo, nello spazio profondo, il suo corpo, come quello di Spock, si sia rigenerato, tornando bello, giovane e forte.
Come in quella foto nella quale, mamma, indossavi un vestito verde e sorridevi felice e dentro di te stava nascendo Guido, mio fratello.
Buon resto di settimana.
Quindi se l'argomento vi ha stufato passate oltre ma io ho voglia di scrivere e soprattutto di scrivere di lei.
Quando c'è stato il funerale ho chiesto che alla fine, in chiesa, suonassero "Amazing Grace", mi hanno guardato come uno scemo.
Ho spiegato loro cosa fosse ma niente da fare.
Chi ama Star Trek, come me, avrà gia capito perché volessi salutarla così, volevo fosse come dire addio a Spock.
Mamma, come emozioni, era proprio all'opposto di Spock però la sua malattia ci ha molto avvicinati e lei si è resa conto che quel figlio non era poi così male come a volte so che ha pensato.
Così volevo dirle ciao con una passione tutta mia ora, per ringraziarla di avermi capito meglio, per la dignità che ha avuto nella sua sofferenza ma anche perché spero che da qualche parte nell'universo, nello spazio profondo, il suo corpo, come quello di Spock, si sia rigenerato, tornando bello, giovane e forte.
Come in quella foto nella quale, mamma, indossavi un vestito verde e sorridevi felice e dentro di te stava nascendo Guido, mio fratello.
Buon resto di settimana.
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