Mi piacerebbe scrivere di una trattoria a Roma dove mangiai da piccino con i miei genitori e che pensavo chiusa.
Poi quando a Roma ci son tornato, la trattoria era ancora lì e c'ero davanti per caso e allora ho pensato che fosse un regalo di qualcuno che non c'è più.
Sì, mi piacerebbe farlo ma non trovo le parole giuste.
Così come mi piacerebbe scrivere di una conversazione al telefono che mi ha fatto piangere ma non un pianto cattivo, solo un pianto emozionato, quelli dei quali non si deve aver paura di avere fatto, perché anche questo siamo.
E mi piacerebbe scrivere della ragazza che questo pianto lo ha ascoltato e della sua dolce allegria nel sopportare la malinconia tenuta malamente a bada.
Però non ho le parole giuste per dirlo.
E vorrei dire di paure che ho quando inizia il giorno, paura di non essere più capace delle cose di cui sono abile, di non avere più amici, del giorno che viene, della posta che arriva.
E vorrei scrivere di come queste paure svaniscono facendo un lungo respiro andando incontro al giorno che viene.
Ma io non so se conosco le parole giuste per farlo eppure ci provo, sperando che quelle davanti a voi siano le parole giuste.
Direi che le hai trovate :-)
RispondiEliminaquoto il commento di Carolina!
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