Nel mio lavoro parlo tanto, lo devo fare, non ho altra scelta.
Cinque giorni su sette uso per otto ore il telefono, parlo con tante persone, alcune fin troppo gentili (strano, la gentilezza dovrebbe sempre essere apprezzata e invece a volte persino quella infastidisce), altre fredde, altre cortesi di facciata e alcune veramente da dimenticare.
In fondo siamo tutti così ogni tanto.
Un lavoro fatto di parole, di risatine messe al punto giusto allo scopo di strappare qualche secondo in più di attenzione, domande che sembrano formulate casualmente, apparentemente spontanee ma studiate a tavolino.
Poi c'è il silenzio, quello del ritorno a casa, quello della sera passata magari davanti allo schermo di un computer e quello dei fine settimana.
Un lungo silenzio, rotto solo da saluti di cortesia al supermercato, al bar o al vicino.
Qualche telefonata e magari qualche complimento a voce alta detto alla gatta lasciata sempre troppo sola.
Un silenzio che a volte definisco "necessario" per disintossicare la testa dai discorsi, dalle parole, dalla stanchezza.
In quel silenzio riesci un po' a ritrovarti, a capire cosa pensi tu veramente delle cose, spegni il rumore di fondo di tutto quello che c'è fuori.
E così ti ritrovi ad avere scritto tante parole per descrivere il valore che può avere il silenzio.
Buona settimana.
zitti, zitti!
RispondiEliminail silenzio è d'oro!
Areoplani Italiani un sanremo di qualche anno fa