Quando la malattia di mamma fu tale da non poterla nemmeno più mettere sulla sedia a rotelle i fine settimana li passavo accanto a lei.
Prendevo il portatile e le facevo ascoltare musica, di tutto dalla musica classica al rock.
Mi sedevo accanto e lei mi diceva "Cosa mi fai ascoltare oggi?".
Un po' perplessa sui Joy Division dimostrava gradimento per i classici di Cure, Simple Minds e qualcosina dei Japan.
Un giorno le feci ascoltare "You oughta know" di Alanis Morissette, le piacque e mi chiese di cosa parlasse.
Le raccontai di questa ragazza e tutta la sua rabbia per essere stata lasciata per un'altra e anche delle parti più "spinte" della canzone.
Ero imbarazzato a spiegarle che la canzone parlava anche di sesso orale o di gente che "fuck" ma mamma mi sorrise e disse "Che male c'è?"
E lì ho capito di essermi perso tante cose di lei, di esserle stato vicino così poco, peccato.
Gianni avresti dovuto saperlo.
You oughta know.
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