Caro Febbraio,
ti voglio dire che non mi sei mai piaciuto, proprio mai.
Sei inutile, freddo e non sei nemmeno normale nella durata.
Quando ero piccolo ti odiavo perché sei il mese del carnevale e a me il carnevale fa schifo.
I coriandoli e le maschere mi fanno ribrezzo, sopporto di più le stelle filanti ma questo non cambia lo stato delle cose.
Finché si trattava di schivare il carnevale tutto sommato la nostra era una guerra fredda, un patto di non belligeranza.
Ti sopportavo come male necessario verso la primavera.
Poi però mi hai dichiarato guerra aperta, era un sabato mattina presto quando papà è morto ed era una domenica mattina quando è finito il calvario di mamma.
Perciò da allora ti odio con tutto me stesso, sai Febbraio non è che durante gli altri mesi mi dimentichi di quelle giornate terribili.
È che tu mi fai tenere il conto di quanto tempo è passato, un contabile del dolore insensibile e puntuale.
Poi sei pure falso perché verso la fine dei tuoi giorni a volte spari dei tramonti che sono la fine del mondo come se mi volessi dire "lo so gianni sono un mese difficile per te ma guarda un po' che roba!".
Lo so che la persone prima o poi se ne devono andare, lo so benissimo, è che non pensavo di dover concentrare tutto il dolore durante un mese, speravo di diluirlo un po' giusto per sopportare di più.
Invece sei una botta unica di nostalgia, un pugno nello stomaco così forte che mi ci vogliono undici mesi per riprendermi e di nuovo ti ripresenti.
Per papà va avanti così dal 2002, per mamma dal 2009.
Poi fosse solo il dolore per la mancanza e invece è anche il ricordo delle cose che hanno portato a quei giorni di dolore.
La lontananza da papà che si era esiliato volontariamente incapace di accettare la rovina di quello che aveva costruito e il dover osservare impotenti mamma morire per una malattia che uccide lentamente senza risparmiare sofferenze.
Febbraio ti ho scritto questa lettera perché voglio essere chiaro con te: ti odio e niente mi farà cambiare idea.
Adesso lasciami questi pochi giorni che restano di Gennaio per prepararmi ai tuoi ventinove inutili giorni, dolorosi e inutili come ogni anno.
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