Così oggi la morte, purtroppo, di uno scrittore famoso causata dall'epidemia in corso unita al fatto che una testata, che si è scusata per l'errore, gli abbia attribuito un romanzo non suo; ha scatenato l'ilarità collettiva.
Se il primo sentimento è di riprovazione per un errore grossolano, il pensiero corre ai propri errori gratuiti.
Personalmente considero l'errore un vanto, um momento che ci apre gli occhi, che ci restituisce le persone in una dimensione più vera.
In un mondo di eventi programmati, schedualati, di lavori eseguiti con precisione svizzera, ebbene signore e signori facciamocene una ragione: si sbaglia!
Sbaglia chiunque, ovunque e in ogni momento.
Si sbaglia per ignoranza, arroganza, fretta, mancanza di controllo e chi ne ha più ne metta.
Sbaglia lo sportivo miliardario e quello dilettante.
Il giornalista esperto e quello alle prime armi.
Lo scrittore affermato e quello che tenta di farsi strada.
Sbaglio io, nel mio mestiere, a mandare la mail corretta all'interlocutore giusto o a fare la telefonata alla persona sbagliata.
L'errore fa parte di noi e per fortuna ne fa parte.
Certo ci sono errori che non lasciano scampo ma almeno servono d'insegnamento per chi se la cava.
Eppoi non è stato meravigliosamente bello l'errore, in diretta mondiale, di consegare il premio Oscar al film sbagliato?
Io degli errori ne vado fiero, non fierissimo sia chiaro ma definiscono meglio chi sono veramente.
Non bisogna vergognarsi degli errori.
Ecco magari non proprio tutti ma prendiamola meno seriamente. Come scrisse Umberto Eco, raccontando le vicende lavorative di quel Foucault nel celeberrimo Il pendolare Foucault.
Mi confermate che è il titolo giusto vero?
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