sabato 7 dicembre 2019

Primo gennaio 2010. Trentuno dicembre 2019

Sapevo che il decennio che si chiuderà tra poche settimane sarebbe stato difficile, pensavo di riuscire a gestire meglio tutto. Non è stato così.
Per un lungo periodo tutto è stato difficile, molto difficile.
Tornare a vivere dopo la tempesta che è stata la malattia di mamma, fare i conti con una testa che non riuscivo a controllare.
Per alcuni anni sono scivolato verso un baratro che prima o poi mi avrebbe ucciso.
Fino a quando ho avuto coraggio di gridare aiuto e allora tutto è diventato finalmente razionale, non più semplice ma la luce nel tunnel ho iniziato a vederla.
Grazie agli amici di sempre che sono venuti a aiutarmi quando sarebbe stato più comodo lasciare perdere.
Grazie ai miei zii, l'ultimo pezzo di famiglia che mi rimane.
Grazie a chi ha saputo darmi una possibilità sul lavoro cambiando le mie prospettive nonostante cinquanta anni suonati.
Ai miei colleghi vecchi che mi hanno sopportato e a quelli nuovi tanto più giovani di me ma che mi hanno accolto e dato fiducia.
Sopportarmi nonostante le promesse non mantenute, nonostante tutto.
E se queste persone non ci fossero state?
Preferisco non pensarci, preferisco pensare al fatto che forse anche io qualche cosa di positivo ho fatto per meritare la loro amicizia, la loro vicinanza.
E adesso come saranno i prossimi dieci anni?
Facciamo così, iniziamo dal nuovo anno, con qualche certezza e con dieci anni di esperienza in più.
Partiamo così, sapendo che i problemi non sono finiti con la consapevolezza però che per quanto difficile una soluzione esiste sempre.
Cercando di evitare le persone mediocri e egoiste che nella continua ricerca di alimentare il proprio ego feriscono chi le circonda, in ogni campo.
Cercando di non deludere chi mi vuole bene, accettando i propri limiti e le cose che non si possono cambiare.





sabato 31 agosto 2019

La predica al concerto

Qualche giorno fa ho visto, tramite Facebook, un concerto dei Cure.
Ho apprezzato il loro iniziare a suonare e non smettere mai, tranne la pausa classica per i bis, fino in fondo.
Poche parole tra una canzone e l'altra, solo la musica protagonista.
A volte su Youtube cerco brani dal vivo e noto la predisposizione di alcuni artisti (Bono degli U2 su tutti) alla predica prima del brano.
La mia non è una critica agli impegni sociali e umanitari anzi ben vengano però quel momento in cui il cantante si rivolge a tutti con tono paternalistico, come se conoscesse tutti e parte la predica... ecco io non lo reggo.
A volte guardo i volti degli altri componenti del gruppo, in attesa che il frontman termini di parlare; e scorgo in alcuni l'espressione facciale "la dobbiamo proprio fare a ogni concerto questa pagliacciata?"
Poi finalmente parte la musica e va bene così però... insomma le prediche lasciamole alle interviste.
Ciao Bono, ti voglio bene.

martedì 27 agosto 2019

Alla fine delle vacanze

In fondo alla fine di una vacanza ci si prepara, più o meno consapevolmente, sin dal primo giorno in cui iniziano le ferie.
Tanti o pochi che siano i giorni di ferie, lo sai che la mattina nella quale la sveglia tornarà a suonare arriverà molto più in fretta di quanto credi.
Sempre stato così e sempre così sarà.
Di una vacanza cosa rimane?
Rimane il tempo vissuto in maniera differente, lontano dalla fretta degli orari dei mezzi pubblici, dei cartellini da timbrare e delle scadenze lavorative da rispettare.
Una parentesi dedicata a noi soltanto che possiamo vivere, nei limiti del possibile, come vogliamo.
Di tante vacanze fatte, diventate ora lontani ricordi, alcune mi sembra di averle solo sognate, così belle da vivere e così difficili da raccontare per le emozioni che hanno lasciato.
Le vacanze, i viaggi, anche i momenti di ozio appartengono solo a chi li vive, scriverne è solo un tentativo di condividere qualcosa di intimo ma che proprio per il fatto di essere intimo non potrà mai essere condiviso in pieno e anzi per qualcuno non significherà niente.
Quella domanda "dove sei stato in ferie?" alla quale rispondiamo con nomi di località, città, nazioni vorrebbe una sola risposta "sono stato via, altrove".
Altrove da me, dagli altri, da tutto.
E questo è tutto quello che ho da dire oggi, alla fine delle vacanze.


venerdì 16 agosto 2019

C'è un luogo immaginario nel quale il tempo dello sport si è fermato

C'è un luogo immaginario nel quale il tempo dello sport si è fermato.

Un luogo nel quale Enzo Bearzot non ha mai smesso di essere ct della nazionale di calcio, nel quale Mario Cotelli è sempre sulla neve con la sua valanga azzurra, Sandro Gamba disegna ancora schemi per Meneghin e compagni.

Sara Simeoni è ancora la primatista del mondo di salto in alto e il 19.72 di Mennea è un traguardo al quale qualcuno si avvicina ma rimane invalicabile mentre il rombo della moto di Giacomo Agostini rimpie i circuiti.

C'è un luogo immaginario nel quale il tempo dello sport si è fermato, un luogo nel quale Adriano De Zan aspetta di intervistare Felice Gimondi.






sabato 15 giugno 2019

Dovremmo solo fare una cosa: urlare gol!

Non so in quante discipline sportive esistano rappresentative sia femminili che maschili, non so nemmeno quante e quali siano le discipline sportive con rappresentative miste.
Se devo dirla tutta non mi importa saperlo.
Dello sport amo le imprese, le vittorie contro ogni pronostico e le sconfitte clamorose, perché è di questo che ogni sport vive.
Non  mi importa il sesso o la nazionalità di chi partecipa a una gara, voglio la gara, la fatica, il "dramma" sportivo.
E se qualcosa non mi piace non è perché gareggiano donne al posto di uomini, semplicemente penso, nella mia vista da spettatore di eventi sportivi, di avere visto cose più o meno avvincenti.
Accettiamo che donne e uomini gareggino in ogni sport e poi compare improvvisamente, improvvisamente per chi non se ne intende di sport, il campionato mondiale di calcio femminile.
Insieme al torneo olimpico è la massima espressione del calcio femminile e cosa accade?
Escono i peggiori aspetti del maschilismo italico: non è uno sport per donne, insulti omofobi, insulti razzisti; giudizi come: non è calcio!
E così perdiamo di vista la cosa più importante e cioè che si sta svolgendo uno tra i massimi tornei di calcio femminile.
Non volete seguire questo evento? Va bene ma risparmiate gli insulti, un semplice non mi interessa andrà più che bene.
Volete seguire? Bene, allora fate anzi facciamo solo e soltanto quello che devono fare i tifosi quando segna la squadra oggetto del nostro tifo: urlare gol!



sabato 1 giugno 2019

Improvvise domande stupide che mi pongo di sabato mattina

 Improvvise domande stupide che mi pongo di sabato mattina presto

Svolgimento
  • Se non esistesse maggio, Tozzi avrebbe cantato lo stesso Ti amo?
  • Esiste una relazione tra il fatto che l'attore Morgan Freeman e l'ex giocatore del Napoli Giuseppe palo 'e fierro Bruscolotti compiano gli anni il primo giugno?
  • Si potrebbe vietare a livello costituzionale globale mondiale che una/un qualunque eletta/o a una qualsiasi carica politica avvenuta tramite voto popolare o parlamentare dica durante il discorso di insediamento sarò il qualcosa per cui sono stata/o eletta/o di tutti?
  • Potrebbero alcuni insegnanti smettere di impostare le lezioni iniziando con delle domande tipo "sapete chi è xy?" o "che cosa è questo?" e se nessuno sa la risposta dire "siete ignoranti". Prof facciamo a capirci se vengo a scuola è perché sono ignorante quindi dimmi quello che mi devi dire senza rimarcare la mia ignoranza. Sia chiaro io agli insegnanti voglio bene e farei a tutti un monumento ma quando ero studente almeno 10 minuti di partivano per questo siparietto.
  • Non sarebbe meglio se io il sabato mattina dormissi invece di svegliarmi come se dovessi andare al lavoro e scrivere queste cose?
Saluto e ringrazio e per la cortese attenzione

domenica 19 maggio 2019

Insegnare non è un reato

XY gestisce un bar che offre alla clientela molte varianti al caffè tradizionale, una su tutte il caffé marocchino.
Qalche giorno fa, su segnalazione di alcuni attivisti di Fratelli di torrefazione e Espresso d'Italia, il bar è stato visitato dagli agenti per la salvaguardia delle tradizioni e la difesa dai nomi con prodotti esotici.
Il bar dovrà sospendere le attività per almeno quindici giorni in attesa di verifiche.
Il barista, visibilmente amareggiato, ha dichiarato: "Il mio compito è di servire i clienti, offrendo loro alternative, assecondando i loro gusti, sono scelte personali e che non implicano una presa di posizione contro questo o quel modo di bere caffè ma solo esperienze personali libere".
AB produce mobili e oggetti in bambù.
Dopo che alcuni clienti di AB hanno dichiarato, davanti a sostenitori di Legno Italico, che trovavano i prodotti migliori dei mobili realizzati con legno più tradizionale si è scatenata una protesta ce ha portato gli agenti della difesa del legno peninsulare a visitare l'azienda per determinare se l'opinione della clientela si fosse formata liberamente o imposta dal produttore AB.
AB è stato sospeso dalla sua attività per almeno quindici giorni in attesa del risultato delle indagini.
AB ha dichiarato: "I miei prodotti non sono contro questo o quel legno. I confronti li fanno i potenziali clienti dopo aver visto quello che faccio io e quello che producono gli altri, tutto è frutto della loro libera scelta".
Adesso proviamo a metterla in questa maniera.
Da sempre uno degli scopi della scuola non è la semplice trasmissione di nozioni ma anche sviluppare  la capacità di analisi e approfondimento degli argomenti studiati.
Su qualsiasi tema non c'è mai stata, non c'è e non ci sarà mai una sola opinione.
Un bene, un male?
Per il momento viviamo in una nazione nella quale se ne può parlare liberamente.
Una nazione nella quale cercare di insegnare che le cose vanno non solo imparate ma studiate e approfondite non è un reato.
Almeno per il momento.



sabato 18 maggio 2019

Sergio Pellissier

A volte penso quanti gol in più in carriera avrebbe potuto fare Sergio Pellissier se avesse giocato in una squadra con ben altre ambizioni di classifica.
E quante presenze avrebbe fatto in nazionale?
Come sempre per queste domande non c'è una risposta, mi devo accontentare di quello che ho visto in campo.
E quello che ho visto è stato un giocatore che non si è mai tirato indietro quando è stato chiamato a dare una mano, uno che ha masticato amaro in panchina quando qualche allenatore pensava non potesse più essere utile.
Sarebbe stato più facile andare altrove e invece Pellissier è rimasto, pronto a prendersi la propria rivincita al momento opportuno.
Forse perché, a dispetto di altri, Pellissier ha sempre saputo che la dimensione giusta per lui fosse il  Chievo.
C'è sempre un momento di malinconia quando le storie finiscono, quando le bandiere lasciano.
Anche perché tra il suo primo gol con la maglia del Chievo e oggi ci sono 17 anni e in quasi venti anni quante cose cambiano.
Grazie Capitano di esserci stato in tutto questo tempo.




lunedì 22 aprile 2019

C'era una volta un tennista di nome Fabio Fognini...

C'era una volta un tennista di nome Fabio Fognini, talentuoso di belle prospettive ma nervoso, a volte insopportabile.
Capace di ogni risultato e capace di perdere clamorosamente.
C'era una volta quel Fabio Fognini.
Poi è iniziata un'altra storia, fatta di tornei nei quali i risultati si costruiscono punto su punto, nei quali il talento è fondamentale ma è solo una parte della partita.
E se si impara a incassare i colpi degli avversari allora si impara anche a vincere o almeno a battersi alla pari.
C'è chi nasce forte perché madre natura ti dà tutto subito e chi nasce con qualcosa in meno che occorre aggiungere nel tempo.
A Fognini mancava qualcuno che lo aiutasse a capire che il tennis è anche "sofferenza".
Così Flavia Pennetta e ora con lei Corrado Barazzuti gli hanno fatto capire che il talento è fondamentale ma non serve solo quello.
Serve avere la pazienza di prendere le misure all'avversario, serve capire quando fare una risposta difensiva e quando sfoderare il colpo risolutore.
C'era una volta Fabio Fognini, talentuoso giocatore di belle speranze; capace di ogni risultato e di perdere clamorosamente.
Oggi c'è un altro Fabio Fognini e basta questo.


sabato 20 aprile 2019

Il sabato del villano

Ho passato la mattina di questa vigilia pasquale guardando qualche filmato su Massimo Bordin, i radicali vecchia e mai sopita passione politica.
Oggi le opinioni sono per la maggior parte urlate o quelle che i mezzi di informazione propongono lo sono; e una opinione urlata non è un ragionamento, non è un esporre un punto di vista argomentandolo.
Vuol dire solo "ho ragione io e basta!".
Bordin, con le sue opinioni condivisbili o meno (era pur sempre di parte) argomentava e lo faceva partendo da fatti, da solide basi culturali.
Opinione non propaganda.
La villania, il " ME NE FREGO!" sono  la ricetta per comunicare oggi anche da chi la legge dovrebbe difenderla.
L'incapacità di ragionare, lo sforzo nel farlo si nasconde dietro lo slogan che porta il facile plauso delle genti.
Ciao Massimo Bordin che conoscevi poesie come Il sabato del villaggio, sono tempi difficili qui ora si vive il continuo sabato del villano.

mercoledì 17 aprile 2019

La vita semplice dei gatti

A noi umani è chiesto di sapere più cose possibili, cose che ci permettano di avere un lavoro, una posizione sociale, una famiglia di qualsiasi tipo.
Insomma dobbiamo districarci tra scadenze, discorsi e situazioni nelle quali vige la presunzione che una persona sappia un numero indefinito di concetti che gli permetta di sostenere una conversazione, esprimere un'opinione.
Ora si aprirebbe un lungo dibattito su quelli che sanno veramente le cose e quelli che se le inventano ma fingiamo che molti sappiano abbastanza cose.
I gatti?
Ai gatti importa dei documentari di Alberto Angela?
Importa a loro quale impatto avrà la politica del governo sul paese?
Sanno che si voterà per le elezioni europee il 26 maggio prossimo venturo?
Discutono sulla simbologia di una chiesa che brucia nell'ottica di una Europa unita ma continuamente attaccatta da pericolosi sovranisti?
No.
A loro importa solo  di avere la una ciotola di cibo e acqua adeguatamente rifornita quotidianamente.
Importa solo che ci sia un angolo del divano loro e solo loro nel quale dormire beatamente raggomitolati come se niente fosse per ore.
Importa solo che ci sia un luogo adatto per fare i bisogni corporali.
A loro importa di noi umani?
Non lo so forse solo nella misura in cui sappiamo soddisfare i loro bisogni primari.
E se non ci fossimo noi umani?
Avrebbero preso di mira qualche altra razza, un compromesso storico con i cani o qualche equino.
Cos'è questa cosa che si sfregola sul mio braccio?
La mia gatta! Ecco un po' di carezze grigia gattona.
In fondo in fondo non siamo anche noi come dei gatti?
Viviamo, lavoriamo, mangiamo ma alla fine cerchiamo anche noi una carezza.
La vita semplice dei gatti, la vita complicata degli umani.
Oppure solo la vita.

sabato 6 aprile 2019

io, me stesso e il Vinitaly

Avete presente quando una cosa piace a tantissime persone ma a voi no?
Di solito a questo punto c'è sempre quella o quello (avete notato come per il politicamente corretto ho messo quella prima di quello vero?) che risponde "no, non lo so!"
Supponiamo invece lo sappiate, insomma a chi non piace il vino?
Però c'è chi il vino lo ama di più e chi invece, come me, non ritiene fondamentale l'esistenza del vino.
Chiariamo un punto, tutti a volte siamo maggioranza, tutti a volte siamo minoranza.
Quindi io amo alla follia cose che a altre persone non piacciono e viceversa.
Torniamo dunque al vino!
Dicevo che per me l'esistenza del vino non è fondamentale e talvolta ho subito giudizi severi su questo.
Uno zio per esempio quando sono ospite a pranzo a casa sua continua a ripetermi "versati del vino" o "hai bevuto del vino?" o anche "non ti piace bere vino?", sembra un nastro rotto.
Persino quando gli faccio vedere che prendo la bottiglia, verso il vino nel bicchiere e lo bevo, dopo due secondi "perché non ti versi del vino?"
Se non bevo scuote la testa deluso e mi chiede, come se fossi un grave problema per la società, "non ami molto il vino vero?"
Inutile spiegare i problemi che ptrebbero derivare alla guida, inutile.
Amo vedere quei riti come versare il vino nel decanter e tu (cioè io) ignorante allunghi la mano perché vuoi versarti un bicchiere e puntuale come una sentenza divina il vocione del padrone di casa ti ferma quasi urlando "CHE FAI???!!! IL VINO DEVE OSSIGENARSI!!!".
Scusa vino se stavo per non farti diventare biondo... ah no è un'altra cosa.
Poi quel gesto di versare il vino e iniziare a roteare il bicchiere prima di berlo? A cosa serve? Per mischiare vino con vino, vino che erà già dentro un recipiente pieno di vino e si suppone quindi già mischiato con vino?
Poi nelle osterie... la domanda "che vino consiglia?" allora tirano fuori nomi strani come sassofratto della vinaia di colle belsito di marca trevigiana (manca solo tiro all'incrocio dei pali e gol al novantesimo degli ospiti).
E una volta snoccialati tutti i vini della cantina la domanda finale che presuppone in chi la pone il desiderio di far sapere all'oste che te ne intendi di vino e quindi non si deve permettere di prenderti per il naso "sono vini in bottiglia o di mescita?".
Fermiamoci un attimo non so se la domanda sia corretta o meno, quindi non storcete il naso intenditori!
Vi ricordo che è un post ironico sul mio essere inadeguato al maggior evento annuale del settore enologico.
In buona sostanza sei in un'osteria, dopo una giornata di lavoro, ti vuoi concedere un pasto differente dal solito e ti devi sorbire quindici minuti di questo rito sul chi la sa più lunga sui vini mentre tu divoreresti persino il tavolo dalla fame che ti ritrovi.
Poi io il vino lo bevo anche, mi piace e un buon rosso o un buon bianco me li bevo sempre volentieri.
Nell'ultima frase è  racchiusa tutta la mia conoscenza sui vini. Rossi o bianchi, c'è anche il rosè ma vi giuro che è tutto quello che so.
Potrò sopravvivere all'arrivo del Vinitaly che scuote Verona a livello alcolico come non mai? Certo!
Probabilmente con un buon bicchiere in buona compagnia!



domenica 17 marzo 2019

Prima li tagliano

Guglielmo Cancelli nella sede della sua mega azienda guardò con soddisfazione quello che lo schermo del suo elaboratore elettronico restituiva alla vista.
Entro breve tempo, pensò, Finestre sarebbe diventato il sistema operativo di, praticamente, tutti i computatori di dati del mondo.
La radio passò una canzone dei Regina e come sempre la voce di Federico Mercurio accese gli animi degli appassionati del gruppo.
Paolo Marcantoni firmò l'ennesimo autografo ad un amatore di lungo corso degli Scarafaggi e della loro musica che aveva esaltato ragazze e ragazzi in ogni dove.
Il telegiornale trasmise in diretta il discorso alla nazione del presidente Guglielmo Clintoni, fresco di vittoria sull'avversario Giorgio Bosco.
Alla radio fu il turno di Next Year, canzone un po' triste di Luc Giver ma da tempo un classico sul futuro incerto di una nazione.
Non tutti i radioascolatori erano felici di ascoltare brani stranieri e a questo si univa una crescente insofferenza su tutto quello che non fosse italiano.
In questa, a parole, ritrovata unità e identità nazionale qualcuno spinse per tornare all'insegnamento del latino a scuola. 
Quando la domanda venne posta direttamente al ministro dell'istruzione la risposta fu secca e immediata "nessun ballo sarà mai materia scolastica!"

sabato 9 marzo 2019

Fatevene una ragione

Stavo per intitolare questo post "Facciamocene una ragione" ma dato che su quello che tra poco leggerete io l'ho sempre pensata in modo molto aperto, preferisco dire "Fatevene una ragione".
Un post dedicato a chi vive nella perenne paura della società che cambia.

Quindi fatevene una ragione:
  • esistono famiglie che sono famiglie anche se l'unione non si chiama matrimonio civile e religioso
  • esistono famiglie composte da persone dello stesso sesso
  • esistono donne che vogliono vivere la propria vita senza volersi sposare e fare figli
  • esistono uomini che vogliono vivere la propria vita senza volersi sposare e fare figli
  • esistono coppie che vogliono vivere senza avere figli
  • esistono coppie che stanno bene così come sono, ognuno vive a casa propria e non ci pensano minimamente a ufficializzare su carta bollata la loro unione
  • Gli orfani sono adottati anche dalle famiglie omossessuali 
Detto questo le famiglie che molti reputano "tradizionali" non sono nel torto, solo certe persone la smettano di gridare all'aggressione della famiglia tradizionale.
In buona sostanza le persone vivono come meglio piace a loro, semplicemente fatevene una ragione.

domenica 3 marzo 2019

È tutto un attimo

Intitolare un post come una canzone fa molto cinema italiano che usa i titoli di canzoni come titolo di un film (non so se la frase che avete appena letto possa configurarsi come italiano ma fate finta che sia così).
Ormai lo fanno anche all'estero vista la storia di Freddie Mercury e l'imminente Rocket Man su Elton John.
Non voglio scrivere però di canzoni, titoli e film ma del fatto che la morte ha incrociato la mia strada, così di punto in bianco, senza preavviso.
Quante volte ho pensato a quelli che escono di casa, un giorno come tanti e muoiono.
Guidavo ascoltando la radio sull'anticipo di serie A, il derby Roma Lazio, i soliti bla bla bla che seguono o precedono una partita di calcio ma che servono a far passare il tempo prima di arrivare a casa.
Ero lì e l'auto è spuntata dalla curva a una velocità assurda per quella strada così stretta, invadendo per buona parte la mia corsia.
Un attimo e mi sono spostato fuori strada, una striscia di terra forse di un metro, forse, una minuscola parte di terra che mi ha permesso di schivare il proiettile su quattro ruote che stava arrivando dritto su di me.
Pochi metri avanti e...
E se non ci fosse stata quella minuscola via di fuga?
Sono qui, vivo, tutto intero, con una paura matta di tornare a guidare ma so di doverlo fare per superare questo momento.
Ora lo so, la vita può risolversi in un momento anzi la vita è tutto un attimo.

venerdì 15 febbraio 2019

Ieri, oggi e domani

Ciao Gianni!
Papà!
Sono venuto a a dirti delle cose, su quella che è stata la nostra vita e quella che sarà la tua vita.
Sì, dimmi tutto.
Hai visto? Sei riuscito a trovare un nuovo lavoro, ora sei più tranquillo.
Sì, molto di più.
Vedi io lo so quanto il passato ti stia tormentando, tutto quello che ci è successo; avere perso tutto, la mia assenza, la terribile malattia di mamma, la lontananza di qualcuno.
Non è stato semplice, papà, è stata dura molto dura.
Però quello, Gianni, è il passato. Finito, morto, ora devi guardare avanti. Mamma e io sappiamo  che ci pensi ma adesso pensa a te, il passato non tornerà.
Ci proverò!
Non sarà facile, lo so, ma devi farcela. Devo però farti un rimprovero.
Lo sapevo...
Ieri hai comprato al supermercato quelle mega confezioni di cornetti scontati a un euro da aprire per la colazione.
Sì!
Ebbene?
Ho dimenticato di aprirle.
Non si ripeta mai più una cosa simile!
Va bene papà!
Adesso vado.
Salutami mamma e dimmi un'ultima cosa, tornerai?
No, io sono il passato e quello non torna.
Allora ciao papà
Ciao 
 

martedì 15 gennaio 2019

L'ultima volta che ho scritto un post su questo blog

L'ultima volta che ho scritto un post su questo blog.

Ero single

Il PD era al governo

Avevo un lavoro

Ero un po' meno vecchio

Non avevo un'auto

Soprattutto pensavo che non avrei mai più scritto qui.
A volte però le cose cambiano o semplicemente si ripetono o forse, semplicemente, scrivere è bello e se vi annoio, come disse uno scrittore alla fine di un lungo romanzo sull'amore e sulla prepotenza dei dominatori, non si è fatto apposta.